ISSN 2039-1676


6 ottobre 2017 |

Il problema della causalità nel concorso esterno

Contributo pubblicato nel Fascicolo 10/2017

Il presente contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.

 

Abstract. Il concorso esterno, così come ‘tipizzato’ dal continuo contributo ermeneutico delle Sezioni Unite a partire dal 1994, lungi dal rappresentare il prodotto di una comune operazione d’innesto dell’art. 110 c.p. sull’art. 416 bis c.p., sembra, invece, sostanziarsi in un reato nuovo, monosoggettivo e di evento.

L’impostazione causale dell’istituto, adottata in chiave garantista dalla Corte riunita, reca, però, con sé una serie di aporie di non facile soluzione, quali la difficile definizione dell’evento di “rafforzamento” o “conservazione” dell’associazione nel suo complesso e l’irreperibilità di leggi di copertura del fenomeno della contiguità mafiosa, delineando così un ‘tipo criminoso’ dai confini incerti e dal contenuto non tassativo.

In attesa di un sempre atteso intervento del legislatore in materia, non si può però omettere di analizzare il profilo della causalità del concorso esterno per verificare la sua coerenza con lo statuto della sentenza Franzese e per segnalare come, nelle more, per fuggire dalle paludi della prova del nesso eziologico nell’area della contiguità mafiosa il legislatore abbia (consapevolmente?) fatto ricorso in maniera sempre più frequente a reati di mera condotta.

 

SOMMARIO: 1. Introduzione. – 2. La funzione tipizzante assegnata al paradigma causale nella giurisprudenza delle Sezioni Unite. – 2.1. La sentenza Demitry. – 2.2. La sentenza Carnevale. – 2.3. La sentenza Mannino bis. – 3. La nozione di evento. – 4. Le leggi di copertura (recte: le massime di esperienza) del fenomeno della contiguità mafiosa. – 5. I tentativi di flessibilizzazione del paradigma causale nelle più recenti pronunce di legittimità. – 6. Conclusioni.