ISSN 2039-1676


22 gennaio 2018 |

I rapporti tra giudizio penale e tributario ed il rispetto del principio del ne bis in idem

Contributo pubblicato nel Fascicolo 1/2018

Il presente contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.

 

Abstract. La disciplina volta a delineare le interconnessioni tra questi due distinti sistemi appare il frutto di un percorso che ha lasciato irrisolti alcuni aspetti, soprattutto per quanto concerne l’utilizzo del materiale probatorio formato in un diverso procedimento. In relazione allo specifico interrogativo concernente l’individuazione degli ambiti di operatività del principio del ne bis in idem nel predetto contesto, va rilevato come occorra tener conto della lettura data dalla nostra giurisprudenza di legittimità alle indicazioni derivanti dalla Corte E.D.U.; sotto questo aspetto è particolarmente interessante analizzare il cammino esegetico e gli spunti di riflessione ricavabili dalle pronunce dei giudici di Strasburgo.

 

SOMMARIO: 1. L’evoluzione normativa. La realizzazione della regola del “doppio binario” e la successiva parziale “crisi” di detto modello. – 2. Le possibili interconnessioni, dal punto di vista probatorio, fra processo penale e processo tributario. La “circolazione delle prove”. – 3. Il principio del ne bis in idem. I valori tutelati dalla formazione del giudicato e la necessità di veder contemperata una duplice finalità. – 4. La “medesimezza del fatto”. Il recepimento ad opera della sentenza C. cost. 200/2016 delle indicazioni ricavabili dalla decisione Zolotukhin v. Russia della Corte E.D.U. – 5. Alcune considerazioni sulla pronuncia della Corte E.D.U. in c. Grande Stevens. – 6. I più recenti orientamenti della giurisprudenza nazionale. – 7. I requisiti soggettivi richiesti per l’operatività del ne bis in idem. – 8. Lo sviluppo dell’ideale percorso intrapreso dalla Corte E.D.U.