ISSN 2039-1676


20 dicembre 2011 |

La tortura: profili di diritto internazionale e repressione penale (TESI DI LAUREA)

Università: Università  degli Studi di Milano

Prof. Relatore: Prof. Francesco Vigano'

Prof. Correlatore: Prof. Gian Luigi Gatta

Scopo ultimo di questo documentatissimo di lavoro - che si muove a cavallo tra diritto internazionale e diritto penale - è quello di mostrare la (radicale) inadeguatezza del diritto penale italiano rispetto ai molti obblighi internazionali in materia di tortura vincolanti per il nostro paese.

Il primo capitolo ripercorre in ordine cronologico i numerosi strumenti internazionali che dal secondo dopoguerra in poi si sono occupati di tortura, in materia di diritto internazionale umanitario, di diritti umani nonché di diritto internazionale penale. Il secondo capitolo è dedicato, più in particolare, alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo in materia di art. 3 CEDU, mentre il terzo e il quarto capitolo danno ampiamente conto, rispettivamente, dell'attività del Comitato europeo per la prevenzione della tortura, operante in seno al Consiglio d'Europa, e dei corrispondenti treaty bodies delle Nazioni Unite (il Comitato per i diritti umani e il Comitato contro la tortura).

Nei due capitoli conclusivi, l'autrice rivolge la propria attenzione all'ordinamento italiano, ricostruendo vari casi recenti di (sospette o accertate) torture di detenuti o arrestati da parte delle forze di polizia e dando conto quindi nel dettaglio dei rapporti delle istituzioni internazionali contro la tortura sul nostro paese, rapporti nei quali oggetto di attento scrutinio sono, ad es., il regime di carcere duro di cui all'art. 41-bis ord. pen., le condizioni di vita nelle carceri o nei centri di identificazione o di espulsione, le pratiche di respingimento via mare, gli ospedali psichiatrici giudiziari, etc. Vengono quindi analizzate le norme che - nella perdurante assenza di un'incriminazione ad hoc in materia di tortura - si prestano a 'intercettare' nell'ordinamento italiano fatti di tortura, e ne viene evidenziata la radicale inadeguatezza rispetto agli standard di tutela pretesi in sede internazionale, nonostante la contraria opinione espressa reiteratamente dal governo italiano; inadeguatezza divenuta particolarmente evidente in occasione dei processi concernenti i fatti della scuola Diaz e di Bolzaneto del 2001, conclusisi con un fiume di assoluzioni per quasi tutti gli imputati per intervenuta prescrizione dei fatti in contestazione.

Conseguentemente, l'autrice si interroga sulle possibili opzioni de lege ferenda per colmare questa sempre più intollerabile lacuna di tutela penale effettiva, sviluppando una propria originale proposta di formulazione di una apposita norma incriminatrice in materia di tortura.