ISSN 2039-1676


12 novembre 2013 |

La dimensione costituzionale del diritto penale dell'UE dopo il Trattato di Lisbona

Il contributo di J. Patrone (magistrato e componente di organismi europei che si occupano delle politiche criminali dell'Unione), che qui pubblichiamo, propone una sintetica rappresentazione dello stato delle cose riguardo alla creazione ed all'evoluzione di un diritto penale europeo. Dopo che il Trattato di Lisbona, con la conseguente scomparsa dell'architettura per pilastri dell'attività dell'Unione, ha attratto alle competente unitarie i temi dell'area libertà, giustizia e sicurezza, sta prendendo effettivamente corpo la legislazione per direttive nel campo del diritto penale sostanziale e processuale. Dopo aver messo in luce i principali problemi di fondo (primo fra tutti il concorso tra fonti sovranazionali e nazionali in una materia coperta da riserva di legge in molte carte costituzionali), il contributo illustra l'oggetto delle direttive già approvate dall'Unione (compresa la recentissima dir. 2013/48/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2013, relativa al diritto di avvalersi di un difensore nel procedimento penale e nel procedimento di esecuzione del mandato d'arresto europeo, al diritto di informare un terzo al momento della privazione della libertà personale e al diritto delle persone private della libertà personale di comunicare con terzi e con le autorità consolari), e puntualizza lo stato del dibattito sul «pubblico ministero europeo» di prossima istituzione.