ISSN 2039-1676


24 settembre 2015 |

Mafia e corruzione: tra confische, commissariamenti e interdittive

Il contributo è pubblicato nel n. 4/2015 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.

 

Siamo lieti di pubblicare la relazione del Procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone al convegno "Le ragioni dell'impresa e le ragioni dell'amministrazione della giustizia. I teatri della crisi", tenutosi a Roma il 24 settembre 2015 (per maggiori informazioni sull'evento clicca qui). 

 

1. L'aggressione ai patrimoni illecitamente acquisiti è ormai una linea strategica fondamentale del nostro ordinamento e trova la sua prima realizzazione, soprattutto a partire dalla L. 646/1982 (c.d. legge Rognoni-La Torre), con la confisca del provento del reato (in sede di processo penale) e di quanto "sia il frutto di attività illecita o ne costituisca il reimpiego" in sede di prevenzione. Negli anni successivi il campo di applicazione delle misure ablative si è sempre più allargato:

- nell'ambito penale, sia con riferimento ai reati per cui tali misure sono possibili, sia con la previsione delle confische per equivalente e, più in generale, delle c.d. 'confische allargate';

- nell'ambito delle misure di prevenzione, che prescindono - come è noto - dall'accertamento di un reato, con l'estensione, sul piano soggettivo, a "coloro che vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose", con riferimento, quindi, alla pericolosità riconducibile, fra gli altri, ai 'white collars crimes' (corruzione, evasione fiscale, truffe in danno dello Stato e di Enti pubblici, bancarotte fraudolente ecc.), purché connotati dal requisito della abitualità.

Del resto, a far data dai cd. 'pacchetti sicurezza' del 2008 e del 2009 la prevenzione patrimoniale è diventata sempre più autonoma dalla prevenzione personale ed è giustificata dalla pericolosità intrinseca del permanere delle ricchezze illecite in contesti mafiosi o paramafiosi, nel senso lato prima indicato, anche sotto il punto di vista del pericolo di inquinamento dell'economia legale, piuttosto che dalla pericolosità del singolo soggetto. [...]