23 ottobre 2014 |
Il caso "De Magistris - Why Not": non convince la configurazione del dolo intenzionale
Equivoci e contraddizioni su dolo di condotta e dolo d'evento nell'abuso d'ufficio
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Abstract. La sentenza del Tribunale di Roma che ha condannato per abuso d'ufficio l'ex PM Luigi De Magistris e il suo consulente Gioacchino Genchi afferma che gli imputati, nel corso dell'indagine «Why Not», agirono con il dolo intenzionale di arrecare a otto parlamentari un danno ingiusto consistente nella «conoscibilità» dei loro tabulati telefonici in violazione delle garanzie di rango costituzionale. Tuttavia dalla stessa sentenza si traggono elementi che inducono ad attribuire tale conclusione a un'indebita confusione tra dolo di condotta e dolo di evento.
SOMMARIO: 1. Premessa: la struttura della contestazione in fatto e in diritto. - 1.1. Le ipotesi di abuso d'ufficio contestate agli imputati. - 1.2. La ricostruzione del dolo degli imputati nella decisione del Tribunale. - 1.3. L'abuso d'ufficio nell'interpretazione della giurisprudenza dopo la riforma della legge 234/1997. - 2. Aporie interpretative della sentenza in materia di dolo intenzionale. - 2.1. Dolo di condotta e dolo di evento nel delitto di abuso d'ufficio. - 2.2. Il dolo intenzionale di danno e l'«obiettivo strategico» dell'indagine Why Not.