ISSN 2039-1676


01 giugno 2017 |

L’adesione ideologica al terrorismo islamista tra giustizia penale e diritto dell’immigrazione

Contributo pubblicato nella Rivista Trimestrale 1/2017

Abstract. L’insidiosità delle nuove forme di propaganda e incitamento adoperate dai moderni terroristi, specie di matrice jihadista, ha prepotentemente riportato alla luce la storica tensione tra libertà di manifestazione del pensiero e sicurezza pubblica. Questo lavoro si propone di analizzare sinteticamente come, in tempi recenti, questi due contrapposti interessi siano stati bilanciati nel diritto penale e nel diritto amministrativo dell’immigrazione. L’idea di fondo che ispira la trattazione è che l’ordinamento abbia ‘scaricato’ sul secondo àmbito le istanze di prevenzione e repressione tradizionalmente appannaggio del primo, prediligendo reagire agli episodi di adesione ideologica verso il fenomeno terroristico (tweets, download di video, proclami in pubblico) con lo strumento dell’espulsione amministrativa piuttosto che col processo penale. Ne deriva un sistema dall’alto tasso di effettività ove, tuttavia, le garanzie sostanziali e procedurali connesse alla libertà d’espressione – specialmente di cittadini stranieri – rischiano di venire drasticamente compresse.

 

SOMMARIO: 1. Introduzione. L’esercizio della libertà d’espressione e i suoi limiti. – 1.1. Segue: le nuove sfide poste dal terrorismo islamista. -  2. Le risposte dell’ordinamento penale: istigazione e apologia di delitto.  – 2.1. Due recenti casi di apologia dell’IS attraverso internet. – 2.2. Bilancio. – 3. Le risposte dell’ordinamento amministrativo: l’espulsione ministeriale dello straniero. – 3.1. Il caso dell’imam espulso. – 3.2. Spunti critici. – 4. Considerazioni finali. Il favor expulsionis  e la cedevolezza del diritto alla libertà d’espressione.