1 giugno 2017 |
Lo statuto del "terrorista": tra simbolo ed anticipazione
Contributo pubblicato nella Rivista Trimestrale 1/2017
Abstract. Nella lotta interna al terrorismo internazionale il legislatore italiano, in estrema approssimazione, ha normato secondo due tipi di trend. Da un lato, si è cercato di colpire le organizzazioni terroristiche a monte, sul piano del sostentamento economico, mediante una serie di disposizioni volte a congelarne i beni; dall’altro, sono state predisposte norme fortemente anticipatorie della soglia della tutela penale. La criminalizzazione di semplici atti preparatori, ingrediente fondamentale nella lotta ad un fenomeno che si mira a prevenire, non determina problemi allarmanti; a contrario, le fattispecie che anticipano la soglia dell’intervento penale per il tramite di condotte particolarmente generiche, attraverso disposizioni che si pongono palesemente in contrasto con il principio di tassatività, rappresentano una degenerazione del sistema che rischia di consegnare al potere giudiziario un’eccessiva libertà discrezionale. Non potendo le possibili soluzioni sul piano ermeneutico soddisfare l’operatore giuridico, è quindi necessario che il legislatore intervenga nel modo più coerente possibile con il principio di tassatività delle fattispecie penali. In ultimo luogo, è auspicabile che vengano altresì predisposte idonee politiche d’integrazione al fine di prevenire, sul piano sociale prim’ancora che penale, l’insorgenza di radicalizzazioni che possano sfociare in fenomeni terroristici.
SOMMARIO:1. Il diritto penale di fronte al terrorismo internazionale: tra spinte sovranazionali, diritto penale d’autore, del nemico e simbolico. – 2. Anticipazione della soglia della tutela penale: le due forme anticipatorie. – 2.1. Anticipazione classica e 270-quater.1 c.p. – 2.2. Anticipazione estrema e 270-quater c.p. – 3. Quali alternative de iure condendo?