19 aprile 2016 |
Eterointegrazione cautelare e successione di leggi nelle cadenze strutturali dell'illecito colposo
In particolare: il microsistema degli spettacoli musicali, cinematografici e teatrali delineato dal «decreto palchi».
Il contributo è pubblicato nel n. 3/2016 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.
Abstract. Per il vuoto strutturale che lo caratterizza, il tipo colposo è stato definito come avente carattere di «incompletezza» e di apertura verso un costante rimando esterno di tipicità, che si traduce nell'irrinunciabilità di un apporto eterointegrativo-cautelare e, cioè, nel necessario ricorso a regole di condotta (positive o, addirittura, prasseologiche) in funzione co-fondativa del fatto tipico. Queste peculiarità danno luogo a problemi notevoli che concernono dapprima il raccordo tra la teoria della colpa e il principio di riserva di legge e, di seguito, il corretto inquadramento delle cautele nella geografia del fatto colposo, l'attrazione delle stesse nello spettro applicativo dell'articolo 2 c.p. e la loro attitudine integratrice anche quando - cristallizzate in fonti subordinate - non si limitino a un apporto specialistico. All'analisi di tali profili - rispetto ai quali il decreto ministeriale in oggetto offre lo spunto per un'attenta riflessione - è volto il presente scritto.
SOMMARIO: 1. - Battute proemiali. «Cubismo della forma giuridica» - 2. Semplificazione procedurale e contenimento (ideale) del rischio. Norme prudenziali nel settore degli spettacoli musicali, cinematografici e teatrali. - 3. Prolegòmena. 1) La violazione della diligenza nella geografia dell'illecito colposo. Inadempimento del dovere prudenziale come nota modale della condotta causalmente connessa all'evento non voluto. - 3.1 Prolegòmena. 2) La colpa penale come concetto "aperto" e "incompleto". Eterointegrazione cautelare in funzione co-fondativa del fatto tipico colposo. Il problema del vuoto strutturale di tipicità. - 4. Compilazioni normative e pretese di completezza. L'attualità del pensiero savigniano. - 4.1 Il «decreto palchi». Ratio e contenuti. Perimetro operativo e proiezioni teleologiche sottese alla disciplina. «Particolari esigenze», tra enfasi regolamentativa e apodissi definitoria. - 4.2 Aspetti dinamico-operativi. Gli articoli 3 e 4 del decreto interministeriale. - 4.3 Conseguenze della separazione tra forma e sostanza. Le disposizioni in esame come regole a contenuto (materialmente) cautelare dotate di (una formalmente ingiustificata) attitudine integrativa del precetto. - 4.4 La qualificazione del novum come evoluzione normativa più favorevole nei confronti dei committenti e dei responsabili dei lavori. Alcune conseguenze sul piano fattuale. - 5. Avvicendamento di regole cautelari e traversìe dell'intertemporalità. - 5.1 Breve excursus. Modifiche mediate della fattispecie ed estensione operativa dell'articolo 2 c.p. Ricognizione criteriologica degli schemi risolutivi. - 6. Alcuni predicati di chiusura. - 6.1 Impossibilità di configurare un fenomeno successorio tra le norme oggetto di analisi: criterio cronologico vs. criterio gerarchico. - 6.2 Inattitudine integratrice delle fonti subordinate. Dalle regole cautelari di rango secondario a quelle di fonte sociale. «Teoria della colpa» e riserva di legge. - 6.3 Prime conclusioni. I decreti ministeriali come «strumenti innominati e atipici di esercizio del potere». - 7. Considerazioni conclusive. «Porosità» giuridiche e fattispecie non «calcolabili».