ISSN 2039-1676


29 settembre 2019 |

I dati della paura, la paura dei dati

Negli ultimi anni sono state approvate norme con impronta sanzionatoria sempre più accentuata, giustificate con l’allarme sociale indotto dalle condotte oggetto di riprovazione. Ma i dati statistici sono coerenti con le risposte date dal legislatore?

Il contributo è originariamente pubblicato all’interno della Rivista Diritto Penale e Uomo – DPU, 8 maggio 2019 (fascicolo 5/2019, pp. 56 ss.)

 

Abstract. Il settore penale è fatto oggetto di riforme di impronta sempre più repressiva e l’informazione che riguarda i fenomeni criminali è marcatamente invasiva. L’allarme sociale che ne consegue è giustificato dai numeri? Si analizza in dettaglio il fenomeno del c.d. “omicidio stradale” e si ripercorrono alcuni passaggi dell’iter parlamentare che ha portato all’introduzione dell’art. 589 bis c.p. raffrontando il contenuto della riforma coi dati statistici. Si pongono in relazione i risultati ottenuti con altri spunti statistici (in particolare riferiti all’omicidio volontario) per concludere che l’utilizzo della statistica (quantomeno nei suoi risultati di più facile comprensione) ridurrebbe il rischio di interventi normativi inutili e, a lungo termine, nocivi.

 

SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Una piccola verifica di carattere empirico: l’omicidio stradale. – 2.1. I dati e le serie storiche. – 2.1.1. Le vittime della strada nel corso del tempo. – 2.1.2. Uno sguardo (sia pure limitato) ai lavori parlamentari. – 3. Ripartendo dalle premesse. – 4. L’idiosincrasia per i dati. – Conclusioni: diamo i numeri.