18 aprile 2012 |
Giudicato penale e tutela dei diritti fondamentali
Una replica a Gioacchino Romeo sulla vicenda dei "fratelli minori" di Scoppola all'esame delle Sezioni Unite della Cassazione
Tra i molti vantaggi di una rivista informatica c'è quello di poter dialogare 'in diretta', o quasi, con i propri interlocutori. Opportunità preziosa, specie quando si tratta di interlocutori intellettualmente raffinati come Gioacchino Romeo, il quale - in relazione ad un mio primo intervento sulla sorte dei condannati all'ergastolo che si trovano oggi nella medesima situazione di Franco Scoppola, pur senza avere ottenuto dai giudici di Strasburgo una pronuncia di condanna dello Stato italiano - muove da una condivisione di fondo dello spirito e dell'orizzonte ideale che animava il mio intervento, ma perviene poi a una soluzione opposta della quaestio iuris prospettata: può il giudice dell'esecuzione dichiarare l'ineseguibilità dell'ergastolo, e sostituire la pena nei confronti di questi condannati con quella di trent'anni di reclusione?
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