ISSN 2039-1676


7 novembre 2014 |

La Corte EDU torna a pronunciarsi sul divieto di tortura e di trattamenti inumani e degradanti: l'inadeguatezza degli standard di tutela delle condizioni di salute del detenuto integrano una violazione dell'art 3 CEDU

Nota a C. eur. dir. uomo, sez. II, sent. 11 febbraio 2014, Contrada c. Italia (n. 2), ric. n. 7509/08

Abstract. La Corte EDU torna nuovamente ad occuparsi della tutela dei diritti umani del detenuto in una recente pronuncia di condanna contro l'Italia. L'11 febbraio 2014 la Corte EDU condanna l'Italia per aver violato gli standard di tutela di cui all'art. 3 CEDU: integra trattamento inumano e degradante lo stato di detenzione prolungato con condizioni di salute particolarmente gravi. Da un'analisi della nota vicenda giudiziaria di Bruno Contrada, il presente contributo si pone l'obiettivo di individuare all'interno della giurisprudenza della Corte EDU e, se sì, in quali termini, una tutela del diritto alla salute del detenuto.

SOMMARIO: 1. Introduzione. - 2. Cenni riassuntivi del fatto: la vicenda giudiziaria. - 2.1. Il periodo di detenzione. - 3. Contrada ricorre alla Corte EDU. - 3.1. La pronuncia della Corte. - 4. Inadeguati standard di tutela delle condizioni del detenuto violano l'art. 3 CEDU. - 4.1. Violazione degli standard minimi di igiene personale. - 4.2. Mancanza di cure mediche necessarie e tempestive: da un'interpretazione evolutiva dell'art. 3 CEDU al diritto alla salute del detenuto. - 4.3. Incompatibilità dello stato di detenzione con le condizioni di salute del detenuto. - 5. In sintesi: la tutela del diritto alla salute del detenuto secondo la CEDU. 

 

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