ISSN 2039-1676


24 giugno 2015

Corruzione: il rapporto annuale del Consiglio d'Europa

Pubblicato il report annuale del GRECO (Group of States Against Corruption)

 

Segnaliamo ai lettori che il 18 giugno è stato pubblicato il Report annuale del Group of States Against Corruption (GRECO), l'organo anti-corruzione istituito dal 1999 in seno al Consiglio d'Europa.

Il rapporto (che può essere scaricato cliccando qui), contiene una descrizione generale della missione e della struttura del GRECO (pp. 7-11), seguita dall'analisi delle attività e dei risultati relativi al  Fourth Evaluation Round, svoltosi a partire dal 2012 ed avente ad oggetto la prevenzione della corruzione rispetto ai parlamentari, alle procure ed ai giudici di alcuni Stati Membri scelti a campione (pp. 12-22). Benché tra gli Stati esaminati non figuri l'Italia (che invece rientrava nel precedente Third Evaluation Round, relativo alle figure di reato e al finanziamento della politica), il rapporto risulta comunque di rilevante interesse in ragione del quadro complessivo tracciato con riferimento alla situazione della corruzione nella cd. "grande Europa" (v. in particolare le pp. 19-21, dedicate agli "emerging trends"), una situazione che la Presidente del GRECO Marin Mrcela descrive come preoccupante, osservando nell'introduzione al documento come «too many people in Europe still face corruption in their daily lives».

I punti deboli riscontrati dal GRECO negli ordinamenti esaminati riguardano, in estrema sintesi: le misure volte a ridurre l'influenzabilità dei parlamentari da parte di soggetti terzi e delle lobby, e le norme sulla trasparenza dei loro patrimoni; le procedure di reclutamento dei giudici, e la composizione dei loro organi di autogoverno; l'indipendenza delle procure dal potere esecutivo. Per tutte e tre le categorie (parlamentari, giudici, procure), infine, è stata messa in luce l'assenza o la carenza di adeguati codici deontologici, muniti di efficaci sanzioni.

Con riferimento ai due precedenti Evaluation Round, vengono richiamati per punti i principali risultati ottenuti dal GRECO in termini di compliance degli Stati rispetto alle raccomandazioni ricevute (pp. 22-24). A proposito dell'Italia (che, come ricordato, era stata oggetto del Third Evaluation Round, relativo alle figure di reato e al finanziamento della politica) il rapporto segnala positivamente la ratifica della Convenzione penale sulla corruzione, l'inasprimento dell'apparato sanzionatorio per i reati di corruzione e di traffico di influenze illecite, l'introduzione di una disciplina sistematica sul finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali, l'introduzione di misure volte ad aumentare la trasparenza dei conti degli enti collegati ai partiti, l'introduzione di regole chiare in materia di revisione contabile obbligatoria delle attività finanziarie dei partiti.

Ancora, merita di essere segnalato il capitolo intitolato thematic article (pp. 36-42), interamente dedicato all'attualissimo problema della corruzione nell'ambito delle attività sportive, particolarmente rilevante per il Consiglio d'Europa se si tiene conto che il 75% delle organizzazioni sportive internazionali hanno sede nei suoi Stati Membri. Il rapporto evidenzia le inadeguatezze strutturali delle attuali organizzazioni sportive a prevenire fenomeni corruttivi, sottolineando come si tratti di realtà spesso ancora basate su modelli tipici dei club amatoriali, chiamate tuttavia a gestire dei business da milioni di euro. Nelle conclusioni, si auspica l'adozione di misure volte a diffondere la consapevolezza del problema corruzione nello sport ed a fronteggiarne l'attuale preoccupante espansione attraverso pratiche improntate alla trasparenza, che coinvolgano anche gli sponsor, nonché attraverso la predisposizione di codici di condotta e sanzioni disciplinari dotate di effettività. (Stefano Zirulia)