ISSN 2039-1676


19 aprile 2013 |

I criteri oggettivi di ascrizione del reato all'ente collettivo ed i reati in materia di sicurezza sul lavoro

Dalla teorica incompatibilità alla forzata convivenza

Il saggio che pubblichiamo in allegato, è in corso di pubblicazione nel volume "Infortuni sul lavoro e dovere di adeguata organizzazione: dalla responsabilità penale individuale alla ‘colpa' dell'ente", a cura di A.M. Stile, A. Fiorella, V. Mongillo, in corso di pubblicazione. Ringraziamo i curatori per il consenso prestato a questa pubblicazione.

 

SOMMARIO: 1. L'immanente problematicità dei criteri di imputazione del reato agli enti. - 2. Il criterio oggettivo dell'interesse o vantaggio. - 2.1. La tesi monistica e la sottovalutazione del criterio del vantaggio. - 2.1.1. Il significato del requisito dell'interesse. - 2.2. La tesi dualistica e la parificazione dei criteri dell'interesse e del vantaggio. - 2.2.1. Il significato del requisito del vantaggio. - 3. La controversa compatibilità con i reati colposi. - 4. L'interpretazione ortopedica dei criteri in relazione all'art. 25 septies. - 4. La disattenzione del legislatore del 2007 rispetto al problema della natura colposa dei reati-presupposto dell'art. 25 septies. -5. La delega alla giurisprudenza del compito di 'salvare' l'art. 25 septies dalla abrogazione tacita: la valorizzazione dell'argomento apagogico. - 6. I limiti della soluzione ermeneutica e la sua difficile adattabilità ai principi fondamentali del diritto penale. - 6.1 L'eventuale riacutizzazione di tali problemi nell'ipotesi di una futuribile applicazione dell'art. 25 septies alle malattie professionali. - 7. La soluzione auspicabile: l'intervento chiarificatore del legislatore. - 8. Le occasioni perse: il d.lgs. n. 81/2008 ed il d.lgs. n. 106/2009. - 8.1. Segue: il d.lgs. n. 121/2011. - 9. L'interpretazione prospettata dalla giurisprudenza di merito e l'insorgenza di un nuovo problema: quale criterio utilizzare per l'ascrizione dei reati? - 9.1. La prima decisione e la prevalenza accordata al criterio del vantaggio. - 9.2. La disorientante discordanza delle pronunce successive. - 10. Il dato comune della valorizzazione del carattere 'economico' dei due criteri: limite o pregio? - 11. La tesi della prevalenza del criterio dell'interesse (anche) nei reati colposi e le relative critiche. - 12. Il potenziale campo di operatività del criterio del vantaggio: le malattie professionali. - 12.1. L'eventuale emersione di una lacuna di tutela nel d.lgs. n. 231/2001: il disastro doloso e l'omissione di cautele aggravati di cui agli artt. 434, co. 2 e 437 co. 2 c.p. - 13. L'altra possibile lacuna: l'omicidio doloso di cui all'art. 575 c.p.