ISSN 2039-1676


22 maggio 2018 |

Le responsabilità penali nelle scelte di fine vita in attesa della Corte costituzionale nel caso Cappato

Il contributo riproduce, con alcune modifiche e integrazioni, la relazione svolta al convegno "Il diritto sulla vita – Il testamento biologico, autodeterminazione e dignità della persona", organizzato dall'Associazione Studiorum del Consiglio Notarile e svoltosi a Bolzano l'11 maggio 2018.

 

Abstract. Il tema delle responsabilità penali nelle scelte sul fine vita ha trovato di recente nuovo impulso con l’approvazione della legge n. 219/2017 e con l’ampio risalto, nel dibattito mediatico e giuridico, per vicende processuali, anche di rilievo internazionale, tra le quali, in particolare quella in cui la Corte di Assise del Tribunale di Milano ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’art. 580 c.p. nella parte in cui incrimina le condotte di aiuto al suicidio a prescindere dal loro contributo alla determinazione o al rafforzamento del proposito suicidario. Confrontandosi con tali novità, il contributo passa in rassegna le varie questioni che si pongono sul versante penalistico in tema di eutanasia nelle sue varie accezioni (eutanasia “pura”, eutanasia passiva, consensuale e non, eutanasia attiva, consensuale e non) concludendo per la necessità di una legge che regoli il c.d. “suicidio assistito”.

SOMMARIO: 1. Premessa: le questioni in tema di responsabilità penali nelle scelte sul fine vita. – 2. La legge 219/2017 e le responsabilità penali. – 2.1. Il rifiuto e la revoca dei trattamenti sanitari. L’esclusione della obiezione di coscienza. – 2.2. La mancata acquisizione del consenso e le situazioni di urgenza. – 2.3. Trattamenti inesigibili e dovere di curare: l’accanimento terapeutico quale linea di confine. – 2.4. Le disposizioni anticipate di trattamento. Possibili nuovi casi Englaro in mancanza di DAT? – 3. L’eutanasia attiva consensuale. – 3.1. L’esclusione del diritto di morire tra ordinamento nazionale e Cedu. – 3.2. Il concetto di agevolazione al suicidio: rimodulazione per via giudiziaria o normativa?