4 maggio 2017 |
Ancora sui rapporti tra il principio di affidamento ed équipe medica
Osservazioni su Cass., sez. IV, sent. 30 marzo 2016 (dep. 5 maggio 2016), n.18780, Pres. D’Isa, Rel. Menichetti, Ric. Tassis e Valenti
Contributo pubblicato nel Fascicolo 5/2017
Il presente contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.
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Abstract. Col presente scritto si è cercato di ripercorrere – pur nella consapevolezza della sinteticità che deve caratterizzare una nota a sentenza – il dibattito in tema di interventi terapeutici pluripersonali. Come noto, alla esecuzione pluripersonale dell'intervento terapeutico sono correlati una serie rischi che presentano profili di eterogeneità rispetto a quelli propri della prestazione medica, per così dire, monosoggettiva e che ricorrono, in vero, in ogni caso in cui si dia vita a forme di collaborazione tra più persone. Orbene, qualora i suddetti rischi si concretizzino in un esito infausto, l'interprete è chiamato ad individuare i criteri posti a governo del giudizio di accertamento della responsabilità penale. Tali criteri devono, necessariamente, essere compatibili con i principi costituzionali e, in particolare, con quello che consacra la personalità della responsabilità penale.
SOMMARIO: 1. Introduzione. Le diverse forme di équipe e il principio della divisione del lavoro come fattore di rischio e di sicurezza. – 2. La spinta verso il principio di personalità della responsabilità penale nel settore dell’attività medico-chirurgica in équipe. Il principio di affidamento. – 3. La dialettica regola-eccezione nell’applicazione del principio di affidamento. – 4. La riconduzione a sistema.