ISSN 2039-1676


14 novembre 2016 |

Un’importante pronuncia della Consulta sulla proporzionalità della pena

Corte cost., sent. 10 novembre 2016, n. 236, Pres. Grossi, Rel. Zanon

Contributo pubblicato nella Rivista Trimestrale 2/2017

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Abstract. Nella sentenza qui commentata la Corte costituzionale inaugura un approccio radicalmente nuovo nella valutazione della proporzionalità della pena prevista per specifici reati. La Corte continua, invero, ad invocare come parametri del giudizio gli articoli 3 e 27, terzo comma, Cost., ma abbandona il tradizionale requisito del tertium comparationis al quale era solita condizionare la stessa ammissibilità di simili questioni di legittimità costituzionale. Se questo nuovo approccio dovesse essere confermato in futuro, sarà possibile dimostrare il difetto di proporzionalità non solo evidenziando che la pena prevista per il reato A è ingiustificatamente più severa di quella prevista per il reato B, ma anche che la pena prevista per il reato A è sproporzionatamente severa in termini assoluti, in quanto implicante una limitazione dei diritti fondamentali del condannato eccessiva rispetto alle finalità perseguite dalla norma incriminatrice.