4 aprile 2017 |
M. Bargis – H. Belluta (a cura di), Vittime di reato e sistema penale. La ricerca di nuovi equilibri, Giappichelli, 2017
Recensione
1. Il Volume curato da Marta Bargis e Hervé Belluta si impone all’attenzione di interpreti e operatori per l’ampiezza della riflessione e l’approfondimento critico di un tema presente ormai da anni nel dibattito culturale e nell’agenda del legislatore.
I numerosi saggi raccolti offrono un affresco particolarmente ricco sulla fisionomia attuale dei rapporti tra diritto, processo penale e vittime di reato. Dopo oltre quindici anni dalla “storica” decisione quadro 2001/220/GAI, e a poca distanza di tempo dalla direttiva 2012/29/UE, il volume ne esamina rispettivamente l’eredità e le disposizioni, allo scopo di saggiare quanta parte di quelle preziose esperienze, maturate in seno all’Unione Europea, il nostro sistema è stato in grado di far propria. Senza dimenticare il contributo che anche l’Europa del Consiglio è stata – ed è – capace di dare, in particolare attraverso le Convenzioni di Istanbul e di Lanzarote.
2. Il testo si presenta secondo una struttura organizzata in tre Parti: «L’Europa dei diritti, l’Europa dei doveri»; «Vittime di reato e metamorfosi del processo penale»; «Oltre il processo penale».
Nella prima, lo sguardo degli autori è concentrato sulle “fonti europee”. Da un lato, la direttiva del 2012, che prima viene ricostruita “da dietro le quinte” con un contributo in lingua inglese redatto dal deputy Director-General del Directorate-General for Justice and Consumers della Commissione europea, e poi studiata attraverso un’analisi “per singoli diritti” riconosciuti alle vittime; a fianco, un esame delle ulteriori fonti europee dedicate alle vittime, a completamento di un quadro normativo assai composito. Dall’altro, proprio le Convenzioni stipulate nell’ambito della c.d. “Grande Europa” che, in particolare, si occupano di violenza contro le donne e i minori.
La seconda Parte è tutta dedicata all’impatto del progressivo ingresso della vittima nelle dinamiche processuali: divisa a sua volta in tre Sezioni, si concentra dapprima sulla ricerca del ruolo da assegnare alla vittima nel processo penale, poi sui diritti fondamentali delle vittime (comprensione, traduzione, difesa e informazione), infine sul tema della identificazione e protezione, dove all’Individual assessment, perno del nuovo metodo di identificazione dei bisogni di ciascuna vittima, fanno da cornice gli strumenti di tutela delle vittime durante le indagini preliminari e il processo (dalle audizioni investigative e protette, agli strumenti precautelari e cautelari).
3. Da ultimo, per garantire maggiore respiro all’analisi, il Volume opportunamente guarda al diritto sostanziale. L’analisi si concentra su alcuni degli strumenti che possono avere concreta incidenza sui diritti delle vittime: in particolare, l’istituto della prescrizione (abitualmente esaminato nell’ottica della persona imputata) e lo snodo della procedibilità, tra iniziative d’ufficio e margini lasciati alla querela di parte, dove un tocco di penna del legislatore è capace di plasmare, incentivando o disincentivando, l’iniziativa privata delle vittime, la fiducia che le medesime intendono riporre nella giustizia penale. Sempre in ossequio ad esigenze di organicità, il Volume si chiude guardando, da un canto, all’incidenza che la progressiva valorizzazione della vittima sta assumendo (o, meglio, potrebbe assumere) in executivis; dall’altro, al tema – troppe volte ritenuto parallelo e non complementare al rito penale – della giustizia riparativa, sviluppando riflessioni che invitano a meditare sulla complessità e, allo stesso tempo, unità di quel «Sistema penale» richiamato dai curatori nella titolazione dell’Opera.