11 maggio 2014 |
'Alla ricerca dell'induzione perduta': le Sezioni Unite tentano una soluzione
Nota a Cass. pen., Sez. Un., 24.10.2013 (dep. 14.3.2014), n. 12228, Pres. Santacroce, Rel. Milo, ric. Maldera
Il presente contributo è ora pubblicato nel n. 2/2014 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.
Ricordiamo che, in vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo - Rivista trimestrale, il presente contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti.
Per leggere la sentenza oggetto della nota, già pubblicata su questa Rivista con un articolata scheda di presentazione a firma di G.L. Gatta, clicca qui.
Abstract. Con l'ampia sentenza in commento la Corte di Cassazione affronta il principale problema interpretativo posto dalla recente legge 'anticorruzione', oggetto di ampio dibattito dottrinale nonché di immediato contrasto giurisprudenziale e riguardante, come noto, la linea di demarcazione tra la fattispecie di concussione (prevista dal novellato art. 317 c.p.) e quella di induzione indebita a dare o promettere utilità (prevista dal nuovo art. 319-quater c.p.) e alle connesse problematiche di successioni di leggi penali nel tempo. Sennonché, nel tentativo di delineare una distinzione oggettiva tra le condotte di costrizione e quelle di induzione ("semplice" o "combinata"), le Sezioni Unite individuano una cd. "zona grigia", contrassegnata da comportamenti a forte indice di equivocità (come quelli di cd. "minaccia-offerta" o del cd. "metus ab intrinseco"), rispetto alla quale i criteri offerti assumono "scarsa valenza interpretativa" rinviando ad una valutazione del giudice che tenga conto di tutte le circostanze del caso concreto, del ruolo assunto dalle parti, del complesso dei beni giuridici in gioco e dei principi e valori che governano lo specifico settore di disciplina. Si profila, pertanto, un "intreccio" tra elementi di oggettiva prospettazione ed elementi soggettivi di percezione analogo a quello già sperimentato in tema di rapporti tra concussione e corruzione e nel quale, verosimilmente, si intravede un limite insuperabile della stessa fattispecie "intermedia" introdotta con la L. 190/2012 di cui, per altro verso, la sentenza finisce per lasciare in ombra i profili della compatibilità con l'inganno e della struttura plurisoggettiva rischiando peraltro di "indebolire" la soluzione della "continuità normativa".
SOMMARIO: 1. Premessa: soluzioni "ai limiti del possibile". - 2. L'induzione come "condotta-evento" del reato e la distinzione tra induzione "semplice" e "induzione combinata". - 3. L'accezione normativa dell'induzione. - 4. L'induzione come "non-minaccia": i problemi della minaccia-offerta e del metus ab intrinseco. - 5. In particolare: l'induzione come "silenzio". - 6. Induzione indebita mediante inganno e reato a concorso necessario.