ISSN 2039-1676


27 febbraio 2017 |

La tenuta della sentenza Maldera, tra conferme e nuovi disorientamenti

Contributo pubblicato nel Fascicolo 2/2017

Il presente contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.

 

Abstract. A distanza di alcuni anni dalla sentenza Maldera, è interessante valutarne la portata euristica in merito al problema principale legato alla legge anticorruzione: la distinzione tra concussione, induzione indebita e corruzione. Per diversi aspetti la pronuncia delle Sezioni Unite appare davvero innovativa, individuando un inedito parametro discretivo, idoneo a superare i limiti dei criteri suggeriti in passato e rivelatisi, nella loro unilateralità, incapaci di essere utilizzati nei casi ambigui di cui è ricca la realtà naturalistica. Per converso, la soluzione suggerita, proprio perché elastica e adattabile alla varietà delle situazioni concrete, e apparsa a molti foriera di un’applicazione eccessivamente discrezionale e difforme delle norme, pena il sacrificio del principio di legalità e di prevedibilità della decisione giudiziale. L’analisi mira pertanto a testare la portata dell’intervento nomofilattico di fronte alla prassi, sì da determinare se possano considerarsi davvero superati i profili di maggiore criticità sollevati dalla riforma ed evidenziare gli aspetti che necessitano di un ulteriore approfondimento.

 

SOMMARIO: 0. Premessa. – 1. L’intervento delle Sezioni Unite. – 2. La giurisprudenza successiva alla sentenza Maldera: la differenza tra concussione e induzione indebita. – 2.1 L’abuso di qualità. – 2.2 I casi di minaccia generica o indeterminata. – 2.3 La concussione ambientale – 2.4 Le ipotesi di promiscuità tra vantaggio e danno. – 2.4.1 L’esercizio del potere discrezionale legittimo. – 2.5 La distinzione tra induzione indebita e delitti di corruzione. – 3. I profili controversi in tema di diritto intertemporale.