ISSN 2039-1676


16 settembre 2014 |

Sulle differenze tra i delitti di concussione e di induzione indebita a dare o promettere utilità 

Alcune osservazioni in margine a Cass., Sezioni Unite, 24 ottobre 2013, n. 12228, Pres. Santacroce, Rel. Milo, ric. Maldera

Continua il dibattito sul tema dei rapporti tra concussione e induzione indebita ex art. 319 quater c.p.,  al quale la nostra Rivista ha dedicato ampio spazio, prima e dopo la sentenza Maldera delle Sezioni Unite della Cassazione, depositata nello scorso mese di marzo e da noi pubblicata con una scheda di Gian Luigi Gatta e una nota di  Daniele Piva. Oggi è la volta di un'altra nota alla sentenza stessa, del prof. Giuliano Balbi, che fornisce ulteriori spunti di riflessione alimentando un dibattito destinato verosimilmente a proseguire a lungo. 

Il contributo è ora pubblicato nel n. 1/2015 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.

SOMMARIO: 1. Costrizione e induzione nelle ricostruzioni anteriori alla sentenza delle Sezioni Unite. - 1.1. Segue. Le "veloci" critiche della Corte ai modelli pregressi. - 2. I passaggi attraverso cui si articola la decisione delle Sezioni Unite. - 3. La pluralità dei criteri recepiti. - 4. La critica al criterio "quantitativo" e i limiti di oggettivizzazione. - 5. Il ruolo attribuito alla "minaccia" all'interno delle dinamiche concussive. - 5.1. Segue. Tra minaccia-mezzo e minaccia-fine. Le aporie della ricostruzione. - 5.2. Sul rapporto tra la minaccia e la compressione della libertà di autodeterminazione. - 6. Lo scopo perseguito dal privato come momento differenziale tra la concussione e l'induzione indebita. - 7. La costrizione "vera e propria" e il bilanciamento degli interessi. - 8. Il ruolo attribuito al metus publicae potestatis. - 9. Questioni di diritto intertemporale. - 10. Conclusioni.