13 luglio 2016 |
Le Sezioni Unite e le false comunicazioni sociali: tra legalità e ars interpretandi
Commento a Cass. pen., sez. un., sent. 31 marzo 2016 (dep. 27 maggio 2016), n. 22474, pres. Canzio, rel. Fumo, ric. Passarelli
Il contributo è pubblicato nel n. 4/2016 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.
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Abstract. La decisione delle Sezioni Unite della Cassazione in tema di mendacio "valutativo" rappresenta un significativo banco di prova per le fattispecie di false comunicazioni sociali, riformate con l. 69/2015. La questio iuris sottoposta dalla Sezione rimettente è risolta all'esito di un condivisibile percorso interpretativo e argomentativo, che ha inteso salvaguardare la tenuta del sistema senza mettere in discussione il canone giuspenalistico di legalità. Le Sezioni Unite si soffermano altresì su ulteriori aspetti problematici della nuova disciplina penale a presidio dell'informazione societaria, nel complesso caratterizzata da non pochi profili controversi.
SOMMARIO: 0. Premessa: una pronuncia ben oltre un discusso "ancorché". - 1. Interpretazione letterale-sistematica e principio di legalità: un'ars combinatoria. - 1.1. Le aporie della tesi "abrogazionista". - 1.2. Creatività nell'ars interpretandi. - 2. Problemi ancora aperti in tema di false comunicazioni sociali. - 2.1. Quale rilevanza per il mendacio? - 2.2. L'offensività del falso. - 2.2.1. L'incerta distinzione tra "fatti materiali" e "fatti materiali rilevanti". - 2.3. I destinatari delle comunicazioni sociali alterate. - 3. Una conclusione (provvisoria) sul falso "valutativo".