ISSN 2039-1676


23 gennaio 2017 |

Una riflessione comparata sulle norme in materia di addestramento per finalità di terrorismo

Il contributo è pubblicato nel n. 4/2016 della nostra Rivista trimestrale. Clicca qui per accedervi.

 

Il contributo è destinato agli atti del convegno “Diritto penale e modernità. Le nuove sfide fra terrorismo, sviluppo tecnologico e garanzie fondamentali”, tenutosi a Trento il 2 e 3 ottobre 2015.

 

Abstract. La natura globale del terrorismo internazionale e dei mezzi di cui esso si serve, in particolare internet, impone di rimeditare i problemi di disciplina in una prospettiva essenzialmente sovranazionale. Il contributo esamina mediante l’adozione del metodo comparato la normativa dettata dal legislatore italiano, in attuazione di politiche internazionali, in materia di addestramento per finalità di terrorismo. Lo studio offre l’occasione per riflettere sulle tensioni cui è esposto il diritto penale “classico” a fronte dell’anticipazione spinta della punibilità a condotte meramente prodromiche nelle quali rischia di assumere un rilievo esorbitante la volontà di scopo. La gravità della minaccia induce il legislatore ad anticipare sempre più la punibilità, con il rischio di colpire condotte socialmente neutre e conseguente perdita di capacità selettiva della norma penale. La frenesia interventistica legata all’emotività del momento spesso incide di fatto sull’agognata armonizzazione delle legislazioni nazionali, presupposto indefettibile per un’efficace strategia di contrasto. Compito dell’interprete in questi momenti di crisi sarà dunque quello di vegliare affinché la retorica imperante sulla necessità di controlli non finisca per sacrificare una quota eccessiva di libertà in nome di una sicurezza che talora risulta essere in realtà solo apparente.

 

SOMMARIO: 1. Introduzione. – 2. Normativa sovranazionale di riferimento. – 3. La previsione normativa italiana in materia di addestramento per finalità di terrorismo. – 4. La condotta del fornire istruzioni e dell'addestramento. – 5. La finalità di terrorismo come strumento atto a delimitare la fattispecie. – 6. Una norma, più fattispecie? – 6.1. La soluzione adottata dagli ordinamenti stranieri. – 6.2.1. La consapevolezza dell'addestratore circa la finalità terroristica in capo all'allievo. – 6.2.2. La punizione della condotta del fornire istruzioni. – 7. L'acquisizione di istruzioni per finalità terroristiche. – 7.1. La nozione dell'acquisire. – 7.2. Comportamenti univocamente finalizzati alla commissione di condotte terroristiche. – 8. Alcune riflessioni di sintesi. – 8.1. Il ricorso alle aggravanti dell'utilizzo del mezzo informatico e telematico. – 8.2. La "trasformazione" del diritto penale classico. – 8.2.1. Quale ruolo per la magistratura? – 8.3. Vegliate, dunque.