ISSN 2039-1676


10 giugno 2015 |

I primi arresti della Cassazione sulla messa alla prova

Cass., sez. VI, 13 febbraio 2015, n. 6483 sul computo della pena; Cass., sez. II, 4 maggio 2015, n. 18265 sulla disciplina transitoria. Criticità e spunti per un'applicazione retroattiva dell'istituto.

Abstract. A quasi un anno dall'entrata in vigore della sospensione del procedimento con messa alla prova, la Suprema Corte sta cominciando a confrontarsi con le numerose problematiche sottese all'istituto. L'oscurità del prodotto legislativo, infatti, ha sollevato accesi dibattiti in seno alla dottrina ed alla giurisprudenza di merito.

Un primo problema riguarda l'individuazione dei reati per i quali è consentito l'accesso alla messa alla prova.

Il secondo deficit del legislatore risiede nell'aver omesso di dettare una disciplina transitoria. Le risposte non si sono fatte attendere ed hanno visto affermarsi, soprattutto nella giurisprudenza di legittimità, un orientamento restrittivo, proclive a restringere il più possibile l'ambito di operatività della probation per gli adulti. In realtà, l'indirizzo tralascia alcune considerazioni fondamentali, in forza delle quali deve ritenersi che la messa alla prova sia applicabile anche ai fatti pregressi ed ai procedimenti pendenti.

 

SOMMARIO: 1. Il dibattito sul computo della pena: proposte e criticità. - 2. La soluzione della Suprema Corte. - 3. La mancanza di una disciplina transitoria. - 4. La natura sostanziale dell'istituto. - 5. Il principio di retroattività in mitius: inderogabilità in astratto. - 6. (segue) ed in concreto. - 7. Problemi pratici e rimedi sistematici.