30 ottobre 2017 |
Le Sezioni Unite Paternò e le ricadute della sentenza Corte EDU De Tommaso c. Italia sul delitto ex art. 75, comma 2, d. Lgs. N. 159/2011: luci ed ombre di una sentenza attesa
Contributo pubblicato nel Fascicolo 10/2017
Il presente contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.
Abstract. Le Sezioni Unite, con sollecitudine meritevole di apprezzamento, sono subito intervenute a risolvere una delle questioni più spinose sul tappeto dopo la sentenza della Corte EDU nel caso De Tommaso c. Italia. L’intervento, che era atteso anche in una prospettiva più ampia, per fornire linee interpretative a tutto tondo sul tema degli effetti e delle ricadute della pronuncia europea sulla disciplina delle misure di prevenzione personali e, in particolare, sul reato di cui all’art. 75 D. Lgs. n. 159/11, non ha tradito le attese, anche se permangono talune ombre, che nel commento si proverà a tratteggiare e, se possibile, a dipanare.
SOMMARIO: 1. Breve premessa: la questione rimessa alle Sezioni Unite e le possibili soluzioni. – 2. L’opzione seguita dalle Sezioni Unite. – 3. Le note positive della sentenza. – 4. Le ombre. – 4.1. la possibilità di valutare la prescrizione del vivere honeste rispettando la legge ai fini dell’aggravamento della misura. – 4.2. Le possibili ricadute sul giudicato dell’effetto parzialmente abrogativo del reato di cui all’art. 75 D. Lgs. n. 159/11 nell’interpretazione resa dalle Sezioni Unite Paternò. – 4.3. Gli effetti sul reato di cui all’art. 75 D. Lgs. n. 159/11 della ritenuta non conformità all’art. 2 prot. 4 CEDU delle categorie di pericolosità semplice o generica. – 5. Conclusioni.