ISSN 2039-1676


14 gennaio 2016 |

Il diritto al difensore nei procedimenti di esecuzione del mandato di arresto europeo nella direttiva 2013/48/UE: osservazioni generali e aspetti problematici

 

Abstract. La direttiva 2013/48/UE fissa gli standard minimi sul diritto all'assistenza del difensore, tanto nei processi penali quanto nei procedimenti di esecuzione del mandato di arresto europeo. Si tratta di un traguardo importante, ma al contempo ambizioso, coinvolgendo direttamente i limiti e la portata del principio del mutuo riconoscimento: in questo senso, il diritto al difensore nell'ambito delle procedure passive di consegna costituisce terreno di riflessione utile, dal momento che conduce direttamente a chiedersi se il rispetto delle garanzie nella procedura "servente" (procedimento di esecuzione dell'euromandato) abbia concrete ricadute o meno all'interno di quella "principale" (procedimento penale) e, in caso di risposta positiva, quali rimedi siano eventualmente prospettabili in ipotesi di violazione.

 

SOMMARIO: 1. Considerazioni introduttive. - 2. Verso un processo penale europeo? - 3. L'essenzialità del diritto al difensore (in generale). - Segue: 4. La centralità della Direttiva nel procedimento di esecuzione del mandato di arresto europeo. - 5. Le possibili restrizioni della garanzia. - 6. Alcuni "nodi". Il problema dell'interrelazione fra procedura "principale" e procedura "servente". - 7. Il diritto all'assistenza difensiva nello Stato di esecuzione. - Segue: 8. Il diritto al difensore nello Stato di emissione del mandato di arresto. - Segue: 9. Il problema della rinuncia all'assistenza difensiva: un possibile ostacolo al mutuo riconoscimento. - 10. Una possibile via di uscita: i mezzi di ricorso ex art. 12. - 11. Riflessioni conclusive.